E Basho disse: Imparate ad essere pino daL pino

Ziqi sedeva vacuo e distaccato, respirando e fissando il cielo. Yancheng, allora gli chiese : “cosa fai ? credi davvero di riuscire a diventare come un albero avvizzito, mentre la tua mente è cenere morta? non sei sempre lo stesso uomo di prima!” Ziqi rispose: “fai bene a chiedermelo, Yancheng. Proprio ora ho perso me stesso. Capisci?” (Cap. 2 dello Zhuangzi )

Questo passo è spesso citato dai poeti delle scuole di haikai. Secondo Lin Xiyi , commentatore dell’epoca Song, Ziqi è un saggio Taoista perchè ha eliminato la sua soggettività (oggi diremmo il proprio ego), diventando uno con l’universo. In questo stato mentale , “l’uomo vacuo che siede fissando il cielo non è lo stesso di quando non è vacuo.”

E Basho disse : “Imparate ad essere pino dai pini ed imparate ad essere bambù dai bambù.”

Come Ziqi , il Maestro invita ad eradicare la soggettività (ego) dalla poesia. Un poeta non imparerà mai nulla dal proprio sè soggettivo, anche se farà di tutto per imparare. Imparare significa dimenticare il proprio sè, unendosi all’oggetto, comprendere i suoi dettagli, entrando in esso e lasciando infine che ciò che viene vissuto diventi poesia. Ad esempio, quando si rappresenta la forma , ma non si riesce anche ad esprimere l’essenza di un oggetto, allora c’è separazione e la poesia non risulterà genuina, ovvero sarà priva di makoto.

L’unificazione dell’oggetto con il soggetto, l’identificazione del poeta con la realtà vissuta e l’eliminazione della visione soggettiva (ego) , sono le basi filosofiche taoiste dello Zhuangzi, da cui emerge il principio per il quale ‘tutte le cose sono uguali, ovvero non c’è superiorità o inferiorità di qualcosa rispetto a qualcos’altro. Da qui , la pratica “del digiuno della mente” e “del vuoto , per raggiungere la piena comprensione.”

Altro concetto importante dello Zhuangzi è la “trasformazione con le cose” (wuhua) . L’unità del sé con il cosmo è un aspetto fondamentale dello Zhuangzi ed un modo per raggiungere questa unità, secondo lo Zhuangzi, è di dimenticare il sé ed entrare nel corso della natura, o, in termini taoisti, nel corso del Cielo e della terra. Lo Zhuangzi dice: “dimenticare le cose ed il paradiso si chiama disimparare il proprio sé, ovvero chi dimentica il proprio sè, proprio perchè dimentica, entra in Paradiso. ” Ovviamente, l’espressione “ entrare in Paradiso ”significa raggiungere il Tao e, poiché il Tao si manifesta nella natura di ogni essere, raggiungere il Tao significa unirsi alle cose. “Ranxiang praticò il vuoto e lo seguì fino a completarsi. Unendosi alle cose, lui non conobbe fine, né inizio, né l’anno, né la stagione. E poiché cambiava di giorno in giorno con le cose, era tutt’uno con l’uomo che non cambia mai, quindi perché mai avrebbe dovuto smettere di farlo? ”. Così, unendosi ai cambiamenti di tutte le cose, Ranxiang divenne immortale e senza limiti, perchè svuotare la propria mente, entrando in armonia con le cose porta alla perfezione.

In conclusione, come si può facilmente evincere, lo Zhuangzi ha fornito un contribuito fondamentale nel formare la poetica di Basho, che ha così potuto teorizzare la contemplazione intuitiva della natura, come strumento imprescindibile nella percezione artistica.

sono senza essere
come un verde bambù
piegato dal vento (EG)